Sardegna: Riserva pirata

Ci approdavano i Fenici e i Saraceni. L’Aga Khan non le conosce, ma sono nel parco più bello dell’isola. Arenili e paesi arcaici, cibi naturali, hotel confortevoli e bar con i piedi a mare. Itinerario fino alle sabbie dell’Ogliastra.

E’ una questione di bussola. C’è chi sbarca a Olbia e punta a ovest, alla Costa Smeralda, e chi punta a sudest sull’Orientale Sarda, amata dagli slow traveller: mare, rocce rosse e lunghi arenili spesso deserti, ginepri secolari piegati dal maestrale, mirti e lentischi.
Sul filo della statale 125 si incontra Posada, centro medievale su un cucuzzulo. Domina l’abitato il Castello della Fava (XII sec.), così detto perché gli abitanti, durante l’assedio dei Mori, riempirono di fave un piccione da inviare all’accampamento nemico, così da far capire loro che non erano alla fame (i Saraceni ci cascarono e mollarono la presa). Dal torrione la vista spazia dal Monte Albo alla spiaggia caraibica lunga sei chilometri, fino al rio Posada. A pochi passi, ecco la spiaggia premiata con le 5 vele di Legambiente. Pulitissima, con passerelle per disabili, il fiume che arriva al mare e gli anfratti che ricordano le Seychelles, è davvero un luogo di pace e bellezza. Il Touring Club non ha dubbi: nella sua top list delle spiagge 2013 Posada è al primo posto. In assoluto la spiaggia più bella d’Italia.
Appena più a sud La Caletta, 1220 abitanti, è una frazione marina del paese di Siniscola. Anche se l’urbanistica lascia a desiderare, l’abitato è molto vivace in estate, i pescherecci non mancano e i 400 posti barca hanno prezzi che attirano yacht fin da san Teodoro o Budoni. Da qui partono le motonavi per le cale pluripremiate del Golfo di Orosei.
Il borgo marinaro di Santa Lucia, cinque minuti di auto oltre, sempre nel territorio di Siniscola, è un ulteriore passo verso una Sardegna più raccolta e ancestrale. Le architetture medievali e la torre aragonese sul lungomare testimoniano una storia di conquiste e difese. Fondata dai pescatori di Ponza, già porto romano, l’attuale pianta ha radici nell’XI secolo. Gli olandesi l’hanno scoperta negli anni Settanta, ricavando nella sua secolare pineta un particolare campo tendato, oggi convertito in Villaggio Camping (www.calapineta.it) dove si può praticare sport, parlare molte lingue e fare vacanze divertenti; sopratutto per i ragazzini, di età o di animo (www.amfibietreks.it). Da 10 anni Santa Lucia è sede della Festa del Mare di Legambiente, a fine estate tra show, mercatini e degustazioni.
A parte il fascino del paesino, dove si mangia pesce fresco ovunque (da segnalare La Locanda del Pescatore, in via Lungomare) qui c’è una costellazione di spiagge indimenticabili: da quella dei Confetti, dai sassolini colorati, a le Barche, a Santa Lucia, con scogli e mare accessibile a tutti.
Proseguendo per Capo Comino, quello che era un pontile da carico si è trasformato in un meeting point spettacolare. Al Moletto si pranza pieds dans l’eau con un fritto misto freschissimo, o ci si ritrova per l’aperitivo davanti a un tramonto arancione. Intorno al Capo, di giorno, invitano alla passeggiata il complesso di dune sabbia-borotalco sparse di ciuffi di ginepri, gli specchi d’acqua in cui si riflettono fenicotteri rosa e aironi bianchi. Per chi pinneggia, il paradiso continua sott’acqua, tra le posidonie e i resti di una flotta roamna sorpresa da una tempesta ai tempi di Nerone.
Oltre il capo, a circa 15 chilometri da Orosei, inizia il Sic (Sito di Interesse Comunitario) Berchida-Biderosa. Un mondo a sé, lontanissimo in spirito e ritmi dalle discoteche smeralde: 42 chilometri di coste vergini, 2639 ettari di spiagge dai colori tropicali, baie, laghetti, dune bianche, rocce piatte o formazioni maestose.
Berchida è stata premiata per anni con il massimo punteggio della Goletta Verde di Legambiente. Il bagno tra queste piccole onde pure e trasparenti si conquista dopo una sterrata di quattro chilometri, che si inoltra dalla statale 125 tra stagni e macchia bassa. Poi, la visione di una spiaggia senza fine e quasi senza turisti evoca suggestioni primordiali. Sulla strada bianca per Berchida al ritorno non si può non fare sosta presso l’Agriturismo Su Meriacru che sembra il villaggio dei Puffi: una pinnetta (capanno dei pastori) ricoperta di edera, seggioline turchesi e, intorno, fiori e farfalle, asini e cavalli. Merita una sosta, anche solo per un cucchiaio di yogurt di capra e pecora fatto in casa, servito in una ciotolina con miele di eucalipto o di lavanda.
Ed ecco l’Oasi di Biderosa, forse il punto più spettacolare e sorprendente di tutto questo tratto di costa: 500 ettari di verde, solitudine, stagni sparsi di uccelli di passo, foreste da incanto, 30 chilometri di sterrate da esplorare, anche a piedi o in mountain bike, e un litorale punteggiato di gigli marini che si allunga per 2 chilometri unendo cinque calette. Un altro eden esclusivo, riservato però non ai più ricchi, ma ai mattinieri: vi accedono infatti solo 140 auto e 30 moto al giorno. Entro le 12. Poi, l’Ente Foreste della Sardegna blocca l’accesso, garantendo una privacy più esclusiva che in qualsiasi riserva di lusso (per prenotazioni: www.oasibiderosa.com).

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anno 23 N° 7